venerdì 19 febbraio 2010

TELEVENDITORI TRASH parte 4: ROBERTO "BAFFO" DA CREMA

Qui siamo di fronte a un vero e proprio idolo. Non ce n'è signori, il baffo ha segnato indelebilmente la storia delle televendite italiane. Anche conosciuto come il "televenditore asmatico", baffo da crema ha raggiunto una notevole fama televisiva grazie alle sue televendite a dir poco spasmodiche e buffonesche, sempre condite da tiri di ogni sorta: pugni sbattuti con violenza sul tavolo e continue perdite di fiato (ripreso immediatamente grazie a rumorose boccate d'aria inspirata frettolosamente) ne hanno fatto un personaggio inimitabile, e poco importa se spesso gli oggetti che tentava di piazzare fossero trapei di scarsa qualità come gli "watch", una pietosa imitazione degli orologi Swatch, la tuta dimagrante ("della Nasa"), la scala snodabile, le camicie, i giubbini da lui denominati "in pelle-e-e" (ecopelle), gli sconosciuti (per un buon motivo) orologi sovietici Raketa, made in gulag siberiani e col cinturino fatto interamente in pelle di prigioniero politico, pentole, scarpiere inutili, e così via. Quando presentava il baffo, l'oggetto della televendita che interessava al grande pubblico era proprio lui, il conduttore, e non la modesta ciavarìa che finiva per fargli da contorno.





Resosi conto che ormai delle televendite poteva benissimo farne a meno vista la fama acquisita, il baffo tenterà la carriera nel mondo non meno truffaldino dello spettacolo, con risultati non certo trascendentali. Poche comparsate in film comici di livello infimo, finirà per farsi riconoscere in tutta la sua boaraggine al reality "La fattoria" porconando tra una badilata di letame e l'altra, e finendo per farsi cacciare. Fenomenale.

Della definitiva caduta di stile del baffo è diretto testimone il sottoscritto, che l'ha intravisto durante una visita ad una mostra di manifesti pubblicitari a Milano al castello sforzesco. Vestito in stile medioevale assieme a un deficiente ex giocatore - mascotte del Cervia, impiegava il tempo firmando autografi e rendendosi ridicolo pubblicizzando pentolame all'aria aperta, circondato dai passanti divertiti. Ovviamente lautamente pagato. Che tristezza però...ciononostante, la fama permane, continua ancora a vivere di rendita, grazie ai successi clamorosi delle sue vecchie televendite trash.

Dio non scorda i suoi eroi. Il pubblico neanche...



Il baffo e quell'emerito cretino di Gullo. Che tristezza...

domenica 14 febbraio 2010

TELEVENDITORI TRASH parte 3: WANNA MARCHI

Conosciuta anche come "la teleimbonitrice" (il che è tutto dire), la Marchi vanta un curriculum di tutto rispetto: condannata a dieci anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, per truffa aggravata e associazione per delinquere finalizzata alla truffa a seguito di trasmissioni televisive in cui si raggiravano alcuni telespettatori.

Niente male. Che dire di lei, le sue televendite sono una chiara critica alla gestione dei manicomi negli anni trascorsi, quando evidentemente si tendeva a tenere rinchiuse persone anche con lievi problemi psichici per poi lasciare a piede libero, oltretutto per tv, folli da esorcizzare come lei. Fin da inizio carriera urla e strilli acutissimi sono un elemento caratterizzante del suo modo di comunicare, unito ad una manifesta tendenza ad esercitare diktakt in stile neonazista ai telespettatori, come il celeberrimo monito "d'accordoo?!?" per ottenere il tacito assenso del malcapitato spettatore. Lingua molto schietta, per usare un eufemismo ("3 trattamenti che lavoreranno sul vostro corpo cancellando e mangiando,peggio dei piranha,tutta la vostra carne lardosa e grassosa!"), evidenti deliri, strepiti e grida tali da rompere i vetri, come poteva un personaggio del genere non arrivare al successo?!? Ovviamente TUTTO quello che pubblicizzava era un truffa colossale, a partire dal mitico "scioglipancia" che la rese famosa (sigh...).





Già arrestata nel 1990 per concorso in bancarotta, fallita anche come imprenditrice individuale, si dedicò completamente alle televendite e ai messaggi promozionali, coinvolgendo nel suo operato anche la figlia Stefania Nobile, totalmente folle come lei, e il fantomatico mago brasiliano Mario Pacheco Do Nascimento. Pubblicizzava numeri fortunati per il gioco del lotto, talismani, amuleti e kit contro le influenze maligne, sfruttanto gli emeriti imbecilli che le davano corda. Nel 2006, soltanto dopo un servizio di Striscia la Notizia (sigh...), le autorità italiane si decisero a mettere fine a queste onerose truffe/pagliacciate televisive, e ad avviare procedimenti giudiziari nei suoi confronti.



Vanna Marchi e la società per cui lavorava instillavano il terrore di essere perseguitati dalla sfortuna (anche con minacce) agli imbecilli sopracitati, fornendo bustine di sale e rametti d'edera che secondo "specifici rituali" dovevano dimostrare se il pandolo di turno era affetto o no da malocchio. Se per esempio, il sale non si fosse sciolto in acqua, allora il malocchio c'era, e bisognava combatterlo con costosissimi rimedi made in Wanna Marchi(!) Spiegazione: il sale ha dei limiti di solubilità, e se l'acqua è eccessivamente salata è normale che si depositi sul fondo. Proprio quello che accadeva. I "magici" rametti d'edera erano recisi da una pianta nel cortile degli uffici societari!

Condannata a 9 anni e 6 mesi di reclusione, ora in teoria Wanna Marchi dovrebbe essere in galera. In realtà, è stata vista servire ai tavoli del bar del fidanzato della figlia Stefania in Via Napo Torriani a Milano intrattenendo clienti.

venerdì 12 febbraio 2010

TELEVENDITORI TRASH parte 2: ROBERTO ARTIGIANI

Roberto Artigiani, pioniere riconosciuto di ogni piazzista televisivo, popola da una vita il desolante panorama delle emittenti televisive private, dove da decenni presenta bidoni allucinanti spacciandoli per oggetti moderni e indispensabili. Ha inanellato un'impressionante serie di "successi" promozionali quali il Magic Harry, un pettine - rasoio di dubbia utilità, il Power Player Super Joy, una sorta di tarocco del Nintendo 64 contenente tutti i più vecchi e sorpassati videogiochi della storia (rifiutati persino all'epoca della loro uscita) ma che risulta estremamente economico, contiene mille giochi (73 per essere precisi, ma siamo lì, uno più uno meno, non serve star lì a trovare il pelo nell'uovo!) e permette di evitare tutte quelle complicatissime operazioni come inserire il disco(!!), e la variante più moderna Mega Power, che è la stessa cosa solo che ha l'incredibile e fantascientifica opzione "joistick con vibrazione", impensabile per qualunque videogiocatore del ventunesimo secolo. Per non parlare della pietosissima pancera, e del triste tentativo di rifilarla alle persone sovrappeso con l'antichissimo e fasullissimo obiettivo di rimetterle in forma senza fare nulla (come non ricordare altri penosi tentativi similari nella storia delle telepromozioni come l'elettrostimolatore Tesmed o la pedana con le fasce vibromassaggianti?). E molto altro. Insomma, ha presentato e piazzato per anni e anni qualunque cosa inutile la mente umana avesse prodotto, con quel suo tono suadente e navigato, quasi fosse un nonno buono a cui è impossibile non dare fiducia, che consiglia caldamente ciò che presenta per il bene dei suoi amici consumatori che da tanti anni accompagna fedelmente nell'acquisto, a detta di lui, di prodotti sempre intelligenti e utili.



Fortunatamente l'incredibile natura trash delle suddette telepromozioni si manifesta fin da subito, e le immagini che accompagnano le parole di Artigiani lo contraddicono impietosamente, mettendo in evidenza le oscenità che svergognatamente propone come affare a tutti quei poveri ingenui pandoli che per i motivi sopracitati restassero ammaliati dalla sua parlantina.

martedì 9 febbraio 2010

TELEVENDITORI TRASH parte 1: SERGIO BARACCO

Apro questo post con una dovuta richiesta di scuse da parte mia: non sono riuscito durante tutta questa settimana ad occuparmi del blog per via degli esami che sto preparando. Lo so che non ve ne frega nulla e che probabilmente sareste stati anche meglio se questo post non fosse uscito, ma tant'è, lo sto scrivendo proprio ora, e per vostra sfortuna sarà il primo di una miniserie di post dedicati agli storici televenditori trash che hanno popolato l'ultimo decennio di televisione. Contrattempi permettendo, ovvio.

Il primo è totalmente dedicato ad un eroe delle telepromozioni e televendite urlate, delle ladrate perpetrate spudoratamente via etere, di quel modo così affabulatorio e cialtrone di prendere per il culo gli ingenui telespettatori che passavano il tempo di fronte alle sue televendite di gioielli/pezzi di vetro su Telemarket, per oltre un decennio. Sto parlando dell'inimitabile Sergio Baracco.

Sergio Baracco è stato nel bene e (soprattutto) nel male protagonista della tv italiana e del suo modo di fare comunicazione: i suoi modi di volta in volta sempre più ridicoli ed esagitati hanno ispirato persino due emeriti cretini che vedrei volentieri colare a picco coi piedi nel cemento come i Fichi d'India, il mitico "vubino Buvman" da lui smerciato in varie occasioni assurge ad autentica icona del decennio appena trascorso, comunicativamente parlando s'intende. Il suo caratteristico cambio di tono della voce nel momento in cui l'annuncio o l'offerta presentata raggiungeva il culmine del vantaggio (furto) proposto ha fatto scuola, e ci manda ancora oggi in visibilio il solo risentire quella rapida variazione, da ossesso a calmo e flemmatico, e viceversa, il tutto in un unico, meraviglioso, aulico attimo di paradiso! Godetevi le sue migliori performance, direi che parlano da sole.

martedì 2 febbraio 2010

ZANATTA VETRO - l'importanza delle donne nude nel messaggio pubblicitario



( "Il mio portoncino era poco luminoso" se se...!!)

In tema di pubblicità eterne, eccone una che per longevità non è seconda a nessuno, e non c'è di che stupirsi visto che il perché si capisce subito. Infatti quei buoni e vecchi pubblicitari pervertiti che l'hanno ideata e realizzata hanno trovato la formula vincente per il messaggio pubblicitario perfetto. Un secolo di corrente scientifica applicata alla pubblicità, con varie formule ideate per durare nel tempo ma che poi vanno sempre ritoccate, riviste nel corso degli anni, modelli strategici (AIDA e DAGMAR, e altri ancora) sempre nuovi ma in realtà già vecchi al momento dell'ideazione... no no, tutto tempo sprecato, energie buone per lavorare i campi gettate alle ortiche.

La soluzione per la pubblicità perfetta è: DONNA NUDA IN PRIMO PIANO SEMPRE E OVUNQUE ANCHE SE NON C'ENTRA UN CAZZO, poco importa.

Non si spiegherebbe altrimenti la notevole durata temporale del suddetto messaggio pubblicitario, tanto che si sprecano battute sull'ormai probabile anzianità della ragazza che nello spot ci illustra con ammirevole dovizia di particolari le straordinarie doti dei vetri e delle porte vetrate Zanatta.

Certo, le agenzie pubblicitarie che ricorrono a stratagemmi di questo tipo per attirare l'attenzione possono incorrere nel rischio che l'attenzione del pubblico si concentri tutta sulla pubblicità e poco o niente sul prodotto. Ma sempre Zanatta Vetro ha trovato la soluzione anche per questo: basta mandare e rimandare lo stesso spot e la stessa donna nuda per n volte, all'infinito, per anni e anni, fino a quando il pubblico ormai rincretinito dallo stesso spot, al solo sentir parlare di "Zanatta Vetro" fa in automatico l'associazione con "donna nuda", connubio sicuramente fortunato poiché salta alla mente in un batter d'occhio e il successo è garantito (un pò come la teoria del condizionamento di Pavlov, per chi se ne intende un pò di psicologia: Pavlov in un suo esperimento fa in modo che un cane associ l'accendersi di una lampadina con l'arrivo di cibo, portandogli da mangiare ogniqualvolta per l'appunto accendeva la lampadina. Il risultato è stato che il cane si metteva a salivare in attesa del cibo anche soltanto quando si accendeva la lampadina, senza che Pavlov glielo portasse realmente).

Il trash è comunque evidente anche in questo spot: quale ragazza, appena svegliatasi (naturalmente con le tette al vento, il pigiama è un optional), non si alza e si dirige ad accarezzare il vetro della finestra della camera (ovviamente priva di qualsiasi tenda)!? Quale ragazza nel bel mezzo della notte, incapace di prendere sonno, non si alza tutta nuda, ridendosela di gusto, per andare a baciare la porta vetrata di casa?!?

E' evidente che una ragazza nuda come testimonial sarebbe più coerente in uno spot di intimo femminile, non certo in uno di vetri. Ovviamente questo è un ragionamento ingenuo che fanno soltanto coloro i quali non hanno compreso la formula matematica per il successo delle pubblicità precedentemente indicata, e sperimentata con successo per lustri e lustri dalla Zanatta Vetro, al quale va l'onore al merito da parte di tutti noi aspiranti pubblicitari. Un'importante lezione che ricorderemo in futuro!



(ecco, il lato B della Hunziker in questo caso, oltre ad aver reso famosa l'azienda di intimo Roberta, aveva un senso.
Peccato che non la rivedremo più. Roberta è fallita. Si vede che non hanno avuto culo...)

venerdì 29 gennaio 2010

"Pennellone" Cinghiale

"Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello!"



Doppi sensi a parte, ecco una pubblicità fatta a regola d'arte per essere ricordata in eterno. In auge più o meno da 20 anni(era da tempo che volevo scrivere "in auge" su un mio blog), l'azienda ha anche provato a cambiarlo, ma senza successo. Nel frattempo l'imbianchino che trasportava in bici (con le ruotine!) il pennellone, ovvero l'attore Vincenzo De Toma, è morto e sepolto già da alcuni anni.

Gli elementi trash di questo mitico spot sono evidenti: la pietosa figura di quell'uomo che trasporta sulla schiena un pennello enorme, in mezzo al traffico milanese (da collezione le auto che circolano), in bici con le ruotine, con una faccia ebete (sinceri complimenti all'attore, evidentemente davvero bravo: non è facile apparire così idiota, nemmeno provandoci) che risalta soprattutto al momento di rispondere all'alt del vigile (ovviamente vestito all'inglese in una città italiana), che giustamente chiede spiegazioni.
L'analogia è degna del miglior genietto di seconda elementare: "Devo dipingere una parete grande, e ci vuole il pennello grande!"
Nella storia della pubblicità la replica del vigile: "Non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello! Cinghiale!" e tira fuori un pennello Cinghiale che probabilmente tiene sempre appeso alla cintola, per ogni evenienza, come tutti i buoni vigili regolatori del traffico dovrebbero fare (!).
La voce fuori campo rincara la dose, nel caso non si fosse capito: "Cinghiale: la grande marca!" (proseguono i riferimenti alle misure grandi, tutte trovate sempre degne del medesimo genietto di seconda elementare, o anche di un pornostar).

Inutile dire che una pubblicità come questa ben si presta ad ogni possibile genere di parodie e rivisitazioni, uno in particolare:



In conclusione, il "grande pennello" ha collezionato innumerevoli citazioni, che ne hanno ulteriormente accresciuto la fama. Pare che anche il pornodivo Rocco Siffredi lo abbia realmente parafrasato in un suo film. Potere del Pennello! (Di cinghiale).

domenica 24 gennaio 2010

Derby

Visto che stasera andrà in scena il derby della Madonnina tra Inter e Milan, mi pare giusto dedicare uno spazio a tale evento mediatico, sempre al centro dell'attenzione e notevole spunto per quanto riguarda la comunicazione in ogni sua forma. Tuttavia in questo post intendo dare risalto a un tipo di comunicazione un pò differente da quella trattata sinora, ma ugualmente trash.

Ultimamente infatti sta prendendo sempre più piede anche nelle tv di una certa rilevanza la "novità" (abbastanza relativa, esiste ormai da un pezzo) dei commentatori-tifosi, ovvero commentatori assolutamente faziosi e sfegatati che commentano le partite in maniera totalmente imparziale, favorendo le azioni della propria squadra e lasciandosi andare ad esultanze quantomeno ridicole in occasione di ogni gol. Tutto ciò è fenomenale, per quanto trash si possa senza dubbio considerare, una telecronaca raccontata da questa gente è in grado di far sbellicare dalle risate anche gente che d calcio non ne capisce una mazza.
I re di questa sempre più seguita ed apprezzata tipologia di comunicazione hanno i nomi di giornalisti sportivi affermati (ovviamente! Si tratta pur sempre di comunicazione televisiva) quali Carlo Pellegatti, Christian Recalcati, Tiziano Crudeli (quest'ultimo in particolar modo li fresa tutti, i pianti e gli sfoghi al quale sovente si lascia andare nel corso di un match sono roba dell'altro mondo). Qui sotto propongo i telecronisti di una trasmessione in onda sulla rete locale Telelombardia, e ripresa da altre reti locali di altre regioni, ad esempio Antenna 3 qui nel nordest: il nome del suddetto programma è QSVS, acronimo di Qui Studio A Voi Stadio. Nello specifico, il video mostra le reazioni dei commentatori durante scorso derby di Milano, vinto largamente dall'Inter con il punteggio di 4 a 0. Per quanto indiscutibilmente trash, bisogna dire che sono favolosi!



(il milanista dal volto funereo si chiama Cristiano Ruiu, l'interista esagitato invece Gianluca Rossi. Quando non ci sono le partite della loro squadra del cuore da commentare, sembrerebbero perfino delle persone normali)